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Braun TV70, Braun;  (XX)
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televisore
dc:creator
Braun
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1958 ca.
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proprietà privata
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televisore
n15:bibliographicCitation
bibliografia di confronto: Grob B., La televisione, Torino, Einaudi - Edizioni Scientifiche, 1955 bibliografia di confronto: Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
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L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. In Italia questa nuova tecnologia fu sviluppata a partire da metà degli anni Trenta da tre grandi aziende nazionali: la Magneti Marelli (sistema RCA), la Allocchio Bacchini (sistema Telefunken) e la Safar (sistema derivata dalla Telefunken e telepantoscopio). Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti dalle tre aziende, la Magneti Marelli e la Safar vennero autorizzate ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939. L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività. Solo nel 1947 in Italia si ricominciò a parlare di Televisione. In questi anni molte aziende straniere propongono i loro dispositivi per studi televisivi per farli testare alla RAI (L'EIAR diviene RAI nel 1946). Si afferma intanto lo "standard europeo unificato" come sistema televisivo da adottare in Europa, derivato da quello americano. Tra il 1952 e il 1954 la RAI, concessionaria esclusiva dei servizi di radiodiffusione e televisione, trasmette regolarmente anche se in via sperimentale. Nel 1954 si ha l'inaugurazione ufficiale della televisione italiana. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà in questi primi anni un ruolo fondamentale. I televisori degli anni '50 erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico all'inizio degli anni cinquanta passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto.
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Televisore con mobile in legno scuro, di forma squadrata. Gran parte della parete frontale è occupata dallo schermo del cinescopio rettangolare da 20 pollici, protetto da un vetro. Sotto allo schermo sono presenti il pulsante di accensione e uno sportello apribile. All'interno si trovano 5 piccole manopole per la regolazione di toni (bassi/acuti) e immagine (orizzontale e verticale), luminosità. Ai lati dello sportello due manopole in plastica e ottone per l'accensione e la selezione dei canali (da 0 a 7). Ai lati sono presenti due altoparlanti protetti da un tessuto e da una griglia in materiale plastico. Sul lato destro si hanno un interruttore e un selettore rotante. Il retro è costituito da un pannello forato dal quale fuoriesce, protetto, il cinescopio. Sono presenti connettori per l'alimentazione e il cavo per il collegamento alla rete elettrica. Appeso al pannello posteriore si ha il libretto di garanzia.
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Cinescopio Radiocomunicazioni Televisione
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