Telefunken TTV 7/17, Telefunken AG; (XX)
https://dati.museoscienza.org/lod/resource/ScientificOrTechnologicalHeritage/IGB-009548 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/ScientificOrTechnologicalHeritage>
televisore
xsd:string
xsd:string
Telefunken TTV 7/17, Telefunken AG; (XX)
xsd:string
Telefunken AG
xsd:string
1950 ca. - 1960 ca.
xsd:string
proprietà privata
xsd:string
televisore
xsd:string
bibliografia di confronto: Grob B., La televisione, Torino, Einaudi - Edizioni Scientifiche, 1955
xsd:string
bibliografia specifica: Verdegiglio D., La TV di Mussolini : Sperimentazioni televisive nel Ventennio fascista, Roma, Cooper&Castelvecchi, 2003
xsd:string
bibliografia di confronto: Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
xsd:string
L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939.
In Italia questa nuova tecnologia fu sviluppata a partire da metà degli anni Trenta da tre grandi aziende nazionali: la Magneti Marelli (sistema RCA), la Allocchio Bacchini (sistema Telefunken) e la Safar (sistema derivata dalla Telefunken e telepantoscopio).
Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti dalle tre aziende, la Magneti Marelli e la Safar vennero autorizzate ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939. L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività. Solo nel 1947 in Italia si ricominciò a parlare di Televisione.
In questi anni molte aziende straniere propongono i loro dispositivi per studi televisivi per farli testare alla RAI (L'EIAR diviene RAI nel 1946). Si afferma intanto lo "standard europeo unificato" come sistema televisivo da adottare in Europa, derivato da quello americano.
Tra il 1952 e il 1954 la RAI, concessionaria esclusiva dei servizi di radiodiffusione e televisione, trasmette regolarmente anche se in via sperimentale. Nel 1954 si ha l'inaugurazione ufficiale della televisione italiana.
La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà in questi primi anni un ruolo fondamentale.
I televisori degli anni '50 erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico all'inizio degli anni cinquanta passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto.
xsd:string
Televisore in legno con profili smussati. La parete frontale, in legno verniciato grigio chiaro è quasi completamente occupata dallo schermo 15 pollici del cinescopio rettangolare, protetto da un vetro.
Sotto allo schermo si trovano quattro manopole per la regolazione della qualità dell'immagine.
Sul lato destro si hanno un interruttore per l'accensione e un selettore per le bande VHF e i rispettivi canali (da A a N).
Sul retro è posto un pannello forato in materiale ligneo che funge da coperchio; da esso fuoriece in posizione mediana una sporgenza metallica a forma di cupola che protegge la coda del cinescopio (non visibile). Sulla fascia sottostante la sporgenza, sono visibili le boccole per l'ingresso del segnale d'antenna e i commutatori per il cambo di tensione e dei giochi di deflessione.
xsd:string
IGB-9548
xsd:string
Radiocomunicazioni
xsd:string
Cinescopio
xsd:string
Televisione