Underwood Sundstrand, Underwood Typewriter Company; (XX)
https://dati.museoscienza.org/lod/resource/ScientificOrTechnologicalHeritage/IGB-008811 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/ScientificOrTechnologicalHeritage>
addizionatrice
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Underwood Sundstrand, Underwood Typewriter Company; (XX)
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Underwood Typewriter Company
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1950 ca.
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proprietà privata
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addizionatrice
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bibliografia di confronto: Soresini F., Storia del calcolo automatico, Roma, Confederazione Generale dell'Industria Italiana, 1977, 3
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bibliografia di confronto: Dal Quipu, Dal Quipu al Chip : mostra storica del calcolo, a cura di Soresini F., Milano, Smau, 1988
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bibliografia di confronto: I.B.M. Italia, Il calcolo automatico nella storia / Guida ai visitatori della mostra dedicata al "Calcolo automatico nella storia" ed organizzata dalla IBM ITALIA al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Milano, I.B.M. Italia, 1959
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Nell'evoluzione del calcolo automatizzato, le addizionatrici rappresentano macchine dal funzionamento semplificato rispetto alle calcolatrici, in quanto consentono l'esecuzione soltanto di addizioni e di sottrazioni; moltiplicazioni e divisioni vengono ottenute da una serie ripetuta di addizioni e sottrazioni. La prima addizionatrice realizzata, la Pascalina, fu ideata nel 1642 dal pensatore francese Blaise Pascal. Una grande innovazione tecnologica avvenne con l'introduzione nel 1887 grazie a Dorr E. Felt che mise sul mercato delle addizionatrici azionate da una tastiera al posto di quadranti e manovelle. Un ulteriore miglioramento nelle prestazioni venne raggiunto nel 1902, con l'adozione di addizionatrici a tastiera ridotta, ovvero costituita da soli dieci tasti numerati da 0 a 9; in questo modo la velocità di utilizzo delle macchine da calcolo fu notevolmente accresciuta, liberando l'operatore dall'obbligo di controllare la tastiera durante l'impostazione dei numeri. Un'altra importante caratteristica della addizionatrici, introdotta agli inizi del 1900, consisteva nell'azionatore intermedio del totalizzatore, comandato manualmente dalla manovella laterale; grazie a questo sistema veniva offerta la possibilità di correggere eventuali errori di digitazione, prima del conteggio sul totalizzatore della cifra impostata.
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Addizionatrice con stampante, avente una base in metallo, verniciato di nero e una carrozzeria in bachelite zigrinata, di color antracite. La macchina è dotata di una tastiera ridotta, costituita da dieci tasti bianchi a sezione rettangolare, numerati da 0 a 9; sei tasti operativi di colore nero sono disposti ai due lati dei tasti numerici. Alla base della tastiera è inserito un pannello di colore nero. Alle spalle della tastiera si trova l'indicatore dell'unità decimale, costituito da dieci finestrelle, progressivamente chiuse da un'astina di colore rosso che si sposta ad ogni abbassamento di un tasto numerico. Il sistema di stampa è situato nella parte posteriore ed è costituito da nove blocchi di impressione per la stampa dei caratteri sul rotolo di carta; il supporto del rotolo di carta è collocato sul retro dell'addizionatrice. Il rullo rivestito di gomma è dotato di due manopole laterali in bachelite; le bobine di nastro inchiostratore sono nascoste da una mascherina in plastica grigia. Sul fianco destro dell'addizionatrice si trova la manovella, con impugnatura in bachelite, per l'esecuzione delle operazioni.
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IGB-8811
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elettromeccanica