Monroe K-120, Monroe; Baldwin, Frank Stephen; (XX)
https://dati.museoscienza.org/lod/resource/ScientificOrTechnologicalHeritage/IGB-008804 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/ScientificOrTechnologicalHeritage>
calcolatrice
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Monroe K-120, Monroe; Baldwin, Frank Stephen; (XX)
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Baldwin, Frank Stephen
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Monroe
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1921
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proprietà privata
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calcolatrice
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bibliografia di confronto: Soresini F., Storia del calcolo automatico, Roma, Confederazione Generale dell'Industria Italiana, 1977, 3
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bibliografia di confronto: Dal Quipu, Dal Quipu al Chip : mostra storica del calcolo, a cura di Soresini F., Milano, Smau, 1988
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bibliografia specifica: Rechnerlexikon, Rechnerlexikon : Die große Enzyklopädie des mechanischen Rechnens, 2005
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Nell'evoluzione del calcolo automatizzato, il passaggio dalle addizionatrici alle calcolatrici è caratterizzato dall'introduzione di un organo meccanico, detto traspositore, che consente l'automazione della moltiplicazione; per mezzo della registrazione del moltiplicatore su un un numeratore, il traspositore permette di eseguire la moltiplicazione con la ripetizione automatica dell'addizione, senza la necessità della continua reimpostazione dei numeri. La prima macchina di questo tipo fu realizzata tra il 1671 e il 1694 dal filosofo e matematico tedesco Gottfried Leibniz, che sviluppò la macchina aritmetica di Pascal del 1642. Il traspositore di Leibniz consisteva in un pignone con denti di diversa lunghezza. Una soluzione alternativa venne intrapresa dal fisico e matematico veneziano Giovanni Poleni che, nella costruzione della propria macchina da calcolo, utilizzò un traspositore costituito da una ruota con un numero variabile di denti.
l progetto di Frank Stephen Baldwin, coniugando soluzioni meccaniche derivate da entrambe le concezioni del traspositore, permise alla Monroe di essere tra le prime aziende ad introdurre sul mercato delle calcolatrici dotate di tastiera al posto di sistemi di leve, garantendo un notevole miglioramento delle prestazioni. La prima calcolatrice Monroe venne realizzata nel 1912, ma le vendite incominciarono massicciamente solo dal 1914 in poi. Il modello K vide la luce nel 1921 e fu il primo a presentare una tastiera con file di tasti approssimativamente della stessa lunghezza.
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Calcolatrice meccanica a tastiera estesa, costituita da un corpo in ghisa verniciato di nero lucido, su cui è montato un carello mobile; la tastiera è situata su un piano metallico verniciato di verde. La macchina poggia su quattro piedini di gomma. La tastiera è formata da 54 tasti in gomma dura, numerati da 1 a 9 e disposti in sei colonne; alla base di ogni colonna, inoltre, è posto un tasto rosso per l'azzeramento. Le colonne di tasti sono separate tra loro da indicatori visivi per l'impostazione delle cifre decimali. Alla destra della tastiera si trovano tre tasti di colore rosso che costituiscono i comandi delle operazioni: un tasto per l'azzeramento della tastiera, un tasto per addizioni e sottrazioni e un tasto per moltiplicazioni e divisioni. Nella parte posteriore della calcolatrice è posto il carrello mobile sul quale sono posti il totalizzatore a dodici finestrelle e il numeratore a sei finestrelle, per la visualizzazione del moltiplicatore della moltiplicazione e il quoziente della divisione. Sul lato anteriore della calcolatrice è posizionata l'impugnatura della leva che comanda gli spostamenti del carrello; sul fianco sinistro della macchina è situata la manovella per l'esecuzione delle operazioni. Sul lato destro del carrello inoltre si trova un'altra manovella, più piccola, per l'azzeramento dei visualizzatori.
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IGB-8804
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Burotica
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meccanica
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Macchine per ufficio
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Calcolo automatico