Nave veloce speronatrice, Tursini, Luigi; (XX)
https://dati.museoscienza.org/lod/resource/ScientificOrTechnologicalHeritage/IGB-000010 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/ScientificOrTechnologicalHeritage>
modello
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Nave veloce speronatrice, Tursini, Luigi; (XX)
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Tursini, Luigi
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1952 - 1953
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proprietà privata
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modello
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bibliografia specifica: Scienza Tecnica, Scienza e Tecnica di Leonardo : Artiglieria-Genio-Marina-Aeronautica, Roma, Stabilimento Fotomeccanico dell'Aeronautica, 1952
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bibliografia specifica: Sutera S., Leonardo : le fantastiche macchine di Leonardo da Vinci al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano : disegni e modelli, Milano, Skira, 2001
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bibliografia di confronto: Leonardo da Vinci, Il Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana di Milano, a cura di Marinoni A., Firenze, Giunti Barbera, 1979, 12
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bibliografia specifica: Giorgione C., Leonardo da Vinci. La collezione di modelli del Museo, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, 2009
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bibliografia specifica: Curti O., Leonardo da Vinci al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, Firenze, Scala, Istituto Fotografico Editoriale, 1979
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Questa imbarcazione è pensata per lo speronamento delle navi nemiche. Lo scafo allungato consente la nave di raggiungere una velocità elevata e quindi una notevole forza d'urto: Leonardo lo indica in 100 piedi, pari a 30 metri, contro una larghezza di 30 piedi, pari a 2,5 metri. Uno sperone metallico nascosto sotto il pelo dell'acqua permetteva di rompere lo scafo delle navi a forza di colpi ripetuti. A breve distanza dal nemico, veniva aperta la protezione della prua che conteneva un cannone regolabile, che avrebbe così sparato a distanza ravvicinata con sorpresa del nemico. Il modello contiene un errore di interpretazione perché non tiene conto dell'indicazione di Leonardo di porre i remi incrociati, in modo la avere una leva più lunga.
"Se vuoli fare una armata marittima, usa di questi navili per sfondare le navi. Cioè fa di navili di 100 piè e larghi piedi 8, ma fa ch'e remi sinistri abbiano i loro motori nel lato destro del naviglio, e così i destri nel sinistro, come appare in M, a ciò che le lieve de' remi sieno più lunghe; e detto naviglio sia grosso piè uno e 1/2 , cioè fatto di travi ferme di fori e di dentro con asse contrari liniamenti. E questo navilio ha, sotto l'acqua un piedi, appiccato uno spuntone ferrato a di peso e grossezza d'un'ancudine. E questo per forze di remi potrà, dato il primo colpo, tornare in dirieto e con furia ricacciarsi innanti e dare colpo secondo, e poi il terzo, e tanti che rompa detto navilio."
Il modello è stato ricostruito partendo dall'interpretazione di due fogli diversi: un disegno dal Codice Ashburnham (f. 3 r.) raffigura in due dettagli la nave per intero con lo sperone, i remi incrociati e la copertura mobile della prua. Da un altro disegno dal Codice Atlantico (f. 172 r.) è tratto il dettaglio della prua con la copertura raffigurata da punti di vista diversi per descrivere il meccanismo di apertura.
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Il modello è un interpretazione di imbarcazione per lo speronamento delle navi nemiche, dallo scafo allungato. Dai fianchi dello scafo fuoriescono venti remi (dieci per lato). A poppa un timone a barra. La prua è coperta da un protezione apribile tramite un argano: all'interno si trova un base di ottone. L'argano è azionato da un marinaio
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IGB-10
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Leonardo da Vinci
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Rinascimento
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modelli leonardeschi
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ingegneria militare
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arte delle guerra
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trasporti via acqua
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sperone